Alcuni prodotti alimentari riportano una data di scadenza, dopo la quale è preferibile non consumarli per evitare di andare incontro a problemi di natura fisica. Tra questi prodotti però ce ne sono alcuni che riportano la dicitura: “Da consumarsi preferibilmente entro…”. In questi casi il prodotto può essere consumato anche alcuni giorni o settimane dopo la data di scadenza, ed il caffè è uno di questi.
Il caffè scaduto fa male?
Il caffè scaduto può tranquillamente essere consumato, a patto che sia stato conservato in un sottovuoto integro, e che non sia entrato in contatto con l’umidità. Per valutare se il caffè è ancora utilizzabile, dovete valutarne lo stato di conservazione.
Se vi state chiedendo se il caffè scaduto fa male, la risposta è no. Naturalmente però il caffè non ha una durata eterna, e può essere consumato al massimo entro 6 mesi dalla data di scadenza. Il caffè scaduto non arreca danni all’organismo, ma al massimo può perdere il suo aroma ed avere di conseguenza un sapore sciapito. Per controllare la scadenza caffè aprite la confezione, e verificate che al suo interno non si siano formati dei grumi. A questo punto provate a fare una caffetteria per testare lo stato di conservazione del caffè: se ha un buon sapore e ha conservato il suo aroma, potete utilizzare il caffè rimanente, ma in breve tempo.
Utilizzi alternativi del caffè scaduto
Se il caffè scaduto ha ormai perso il suo aroma ed il suo sapore intenso, potete comunque riutilizzarlo per altri usi alternativi. Il caffè infatti può essere riciclato per creare creme per capelli, oppure creme anti-cellulite per rassodare la pelle. In cucina il caffè è anche un ottimo rimedio contro le formiche, elimina i cattivi odori dal frigorifero ed è molto indicato per lucidare bicchieri e pentole. Anche quando è scaduto, il caffè ha mille usi per poter essere riciclato.